La Primula minima della Valle Adamé - di Matteo Solimando
Nel mio girovagare sui monti e le valli dell’arco alpino un luogo mi è rimasto nel cuore più di ogni altro: la Valle Adamé. Qui è iniziata la mia avventura escursionistica tra i più bei paesaggi delle alte quote. Per me è sempre un’emozione il solo pensare una gita in Valle Adamé, ma quando, giunto a malga Lincino in alta Valsaviore m’incammino per affrontare le cosiddette "Scale dell’Adamé", l’emozione diventa impazienza e il passo si fa più spedito per arrivare più velocemente possibile all’imbocco della valle.
Durante la salita una sentinella sorveglia il mio passaggio, è la Punta di Forcel Rosso. Dopo poco meno di un’ora, superata la stazione d’arrivo della teleferica che schiude l’imbocco della valle, e successivamente il rifugio Lissone, sull’altro lato della presa d’acqua che alimenta il lago d’Arno, finalmente riprendo fiato. Davanti a me si apre il profondo solco a U tipico delle valli glaciali.
E’ ancora un po’ buio sul fondovalle, mentre le cime già catturano i primi raggi di sole. Il mio passo diventa ora più tranquillo, poiché ho saputo della presenza della Primula minima, e sono qui a cercarla. Conosco bene questa piccola pianta dai fiori rosa che ho avuto modo di osservare sulle Alpi Carniche e nel gruppo del Grossglockner in Austria.
Perlustro attentamente i pascoli dove tra l’erba non ancora sviluppata dopo il lungo inverno, cerco di scoprire le tipiche rosette basali, che scorgo finalmente in una conca nivale poco prima della vecchia malga Adamé. Continuo la ricerca, ma con grande delusione constato di essere arrivato tardi poiché rinvengo solo alcuni fiori giunti ormai al termine del loro breve periodo di fioritura. Ho comunque la conferma che il suo ciclo vitale continua, e inoltre è un buon pretesto per ritornarci, magari accompagnando gli amici dell’ABB.
Intanto decido di raggiungere la testata della valle e risalire fino al bivacco Cecco Baroni. Anche la fatica che si fa sentire passa in secondo piano tanto la giornata è meravigliosa. Giunto al bivacco mangio un boccone e sorseggio un tè caldo beandomi della visione dell’intera valle: sono estasiato dalla sua vastità e dal panorama grandioso sulle cime Adamelline. Vorrei poter fermare il tempo un istante per gustarmi appieno ogni grigia parete tonalitica, ogni canalone e la candida seraccata della vedretta di Adamé, ma devo affrontare la lunga discesa del ritorno.