Valle Gargassa, un gioiello naturalistico - di Matteo Solimando

Una valletta sconosciuta, sospesa tra Liguria e Piemonte, nasconde tra i suoi versanti un ambiente unico e di notevole pregio naturalistico. Seppure distante pochi km da Genova e dal mar Ligure, la Valle Gargassa appartiene al bacino idrografico del Po. Infatti, le sue limpide acque confluiscono nel torrente Stura nei pressi di Rossiglione per proseguire poi il loro viaggio verso il grande fiume padano e quindi al Mar Adriatico. Ciò che più colpisce l’escursionista è l’aspetto geomorfologico del territorio. Ben visibili sono i segni della travagliata attività tettonica nelle varie epoche geologiche, con affioramenti di rocce verdi del cosiddetto "Gruppo di Voltri" (serpentiniti, calcescisti), conglomerati oligocenici della "Formazione di Molare" (ciottoli ofiolitici legati da sabbie, marne e argille), ed enormi quantità di depositi sedimentari. Poi l’azione erosiva dell’acqua, con effetti differenti, imposti dalla diversa natura dei materiali rocciosi interessati, ha modellato in modo spettacolare questo canyon con profonde e scure bastionate, guglie, marmitte dei giganti: siamo all’interno del Parco del Monte Beigua. L’itinerario da noi percorso, denominato "Sentiero Natura", ci permette di esplorare quest’appartata porzione del parco.
Certamente qui non troviamo gli estesi panorami della dorsale sommitale con vista mare, ma un ristretto ambiente con una flora tipicamente mediterranea (Euphorbia spinosa, Helichrysum italicum, Satureja montana, Robertia taraxacoides, etc.) con infiltrazioni di flora subalpina (Saxifraga exarata, Arabis alpina ssp. caucasica, etc.).
Il sentiero ad anello di circa tre ore, lungo il quale alcuni pannelli descrittivi ne illustrano le peculiarità, segue il corso del torrente Gargassa nella prima parte, fino alle case di Veirera, per poi risalire l’erto pendio ghiaioso che porta sotto le pareti della Rocca dei Crovi e in seguito al culmine del percorso, la Rocca Giana, con suggestivo colpo d’occhio sul sottostante Rio Gargassa. Il ritorno, molto più tranquillo, attraversa zone a pascolo, bosco a Pino nero e piccole faggete.

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