Sicilia Occidentale tra natura e storia - di Matteo Solimando
Sono quasi le 19.00 quando sbarchiamo al porto di Palermo e due minuti dopo siamo avvolti da un traffico caotico e disordinato, con auto e scooters che sfrecciano da ogni parte, senza un minimo rispetto delle più elementari regole della strada. D’istinto mi verrebbe voglia di scappar via, ma con un po’ di calma e molta difficoltà riusciamo a trovare la nostra area attrezzata.
I tre giorni successivi li dedichiamo alla visita della città, scoprendo lentamente il fascino di questa terra dai forti contrasti e dalle mille contraddizioni, un vero "trait d’union" tra Europa e Africa. Visitiamo il Palazzo dei Normanni con la meravigliosa Cappella Palatina, gli angusti quartieri di Ballarò e della Vucciria, l’Orto Botanico con i suoi tesori tropicali e gli stupefacenti mosaici del Duomo di Monreale.
Ripreso il viaggio verso ovest giungiamo alla perla della Sicilia occidentale, la Riserva naturale orientata dello Zingaro, uno scrigno naturalistico integro, salvato in extremis dalla gente del luogo da una selvaggia speculazione e abusivismo edilizio. Ne percorriamo alcuni impervi sentieri accompagnati da copiose fioriture di Urginea maritima, Mandragora autumnalis e dall’onnipresente Chamaerops humilis, la palma nana simbolo del parco. All’estremità della riserva, San Vito lo Capo, arabeggiante cittadina dalle candide case bianche, è una rinomata località balneare famosa per la sua spiaggia e soprattutto per il festival del cous-cous dove ogni anno numerosi cuochi provenienti da tutta l’area mediterranea si confrontano in una grandiosa festa multietnica.
Nel nostro itinerario non poteva mancare una sosta a Erice, borgo medioevale ben conservato, posto sul monte omonimo, da dove possiamo ammirare un grandioso panorama sulla città di Trapani e le sue saline e sulle isole Egadi, nostra prossima tappa. Con l’ottimo servizio di aliscafi andiamo a scoprire gli angoli più suggestivi dell’arcipelago come la Grotta del Genovese a Levanzo, la cima del Pizzo Falcone e il Castello di Punta Troia a Marettimo, il Monte Santa Caterina, Cala Azzurra e Cala Rossa a Favignana. Tornati a Trapani ci dirigiamo verso le Saline di Nubia e al centro visite del WWF. Girovaghiamo tra le grandi vasche dove possiamo osservare numerosi uccelli limicoli e una folta colonia di fenicotteri. Gli antichi mulini a vento, alcuni ben restaurati e un tempo indispensabili strumenti di pompaggio dell’acqua di mare, non sono ormai che silenziose sentinelle di questo mondo salato.
Giunti alle saline di Marsala un battello ci consente di raggiungere la piccola isola di Mozia, un tempo colonia Fenicia. Innumerevoli sono i reperti esposti al museo della Fondazione Whitaker, mentre un percorso guidato ci permette di visitare l’area archeologica disseminata su tutta l’isola. Proseguendo verso sud visitiamo prima Marsala e quindi Mazara del Vallo per approdare all’antica città greca di Selinunte. Purtroppo resta ben poco dell’acropoli e dell’impianto urbano saccheggiato e distrutto prima dai Cartaginesi nel 409 a.c. e poi da un violentissimo terremoto in epoca bizantina. Molto suggestivo è aggirarsi in questo luogo carico di fascino e di storia. Ma è senz’altro l’antica Akragas, oggi Agrigento, a testimoniare la grande potenza e splendore del periodo greco che durò quasi quattro secoli e la vicina Valle dei Templi con il più imponente insieme monumentale di tutta la Magna Grecia.
Sono già trascorsi 18 giorni dal nostro arrivo in terra di Sicilia e purtroppo tra pochi giorni non possiamo mancare l’appuntamento col traghetto a Palermo. Per completare questa vacanza siciliana ci concediamo un bagno alla "Scala dei Turchi", una falesia dal singolare aspetto che si erge tra due spiagge sabbiose. Monumento naturale di rara bellezza, la Scala è costituita da marna bianchissima, una roccia sedimentaria calcarea e argillosa.
È tempo di lasciare questi magici luoghi e riprendere la strada verso Nord attraverso un paesaggio agricolo ben ordinato e cittadine arroccate come Giuliano, Sambuca di Sicilia e infine Calatafimi, nei cui pressi visitiamo lo splendido teatro e il monumentale tempio greco di Segesta. Tornati a Palermo ci facciamo un’ultima passeggiata per le vie del centro e ne approfittiamo per assaporare degli squisiti dolci con pasta di mandorla, prima di riprendere il traghetto e fare ritorno sul continente.
I tre giorni successivi li dedichiamo alla visita della città, scoprendo lentamente il fascino di questa terra dai forti contrasti e dalle mille contraddizioni, un vero "trait d’union" tra Europa e Africa. Visitiamo il Palazzo dei Normanni con la meravigliosa Cappella Palatina, gli angusti quartieri di Ballarò e della Vucciria, l’Orto Botanico con i suoi tesori tropicali e gli stupefacenti mosaici del Duomo di Monreale.
Ripreso il viaggio verso ovest giungiamo alla perla della Sicilia occidentale, la Riserva naturale orientata dello Zingaro, uno scrigno naturalistico integro, salvato in extremis dalla gente del luogo da una selvaggia speculazione e abusivismo edilizio. Ne percorriamo alcuni impervi sentieri accompagnati da copiose fioriture di Urginea maritima, Mandragora autumnalis e dall’onnipresente Chamaerops humilis, la palma nana simbolo del parco. All’estremità della riserva, San Vito lo Capo, arabeggiante cittadina dalle candide case bianche, è una rinomata località balneare famosa per la sua spiaggia e soprattutto per il festival del cous-cous dove ogni anno numerosi cuochi provenienti da tutta l’area mediterranea si confrontano in una grandiosa festa multietnica.
Nel nostro itinerario non poteva mancare una sosta a Erice, borgo medioevale ben conservato, posto sul monte omonimo, da dove possiamo ammirare un grandioso panorama sulla città di Trapani e le sue saline e sulle isole Egadi, nostra prossima tappa. Con l’ottimo servizio di aliscafi andiamo a scoprire gli angoli più suggestivi dell’arcipelago come la Grotta del Genovese a Levanzo, la cima del Pizzo Falcone e il Castello di Punta Troia a Marettimo, il Monte Santa Caterina, Cala Azzurra e Cala Rossa a Favignana. Tornati a Trapani ci dirigiamo verso le Saline di Nubia e al centro visite del WWF. Girovaghiamo tra le grandi vasche dove possiamo osservare numerosi uccelli limicoli e una folta colonia di fenicotteri. Gli antichi mulini a vento, alcuni ben restaurati e un tempo indispensabili strumenti di pompaggio dell’acqua di mare, non sono ormai che silenziose sentinelle di questo mondo salato.
Giunti alle saline di Marsala un battello ci consente di raggiungere la piccola isola di Mozia, un tempo colonia Fenicia. Innumerevoli sono i reperti esposti al museo della Fondazione Whitaker, mentre un percorso guidato ci permette di visitare l’area archeologica disseminata su tutta l’isola. Proseguendo verso sud visitiamo prima Marsala e quindi Mazara del Vallo per approdare all’antica città greca di Selinunte. Purtroppo resta ben poco dell’acropoli e dell’impianto urbano saccheggiato e distrutto prima dai Cartaginesi nel 409 a.c. e poi da un violentissimo terremoto in epoca bizantina. Molto suggestivo è aggirarsi in questo luogo carico di fascino e di storia. Ma è senz’altro l’antica Akragas, oggi Agrigento, a testimoniare la grande potenza e splendore del periodo greco che durò quasi quattro secoli e la vicina Valle dei Templi con il più imponente insieme monumentale di tutta la Magna Grecia.
Sono già trascorsi 18 giorni dal nostro arrivo in terra di Sicilia e purtroppo tra pochi giorni non possiamo mancare l’appuntamento col traghetto a Palermo. Per completare questa vacanza siciliana ci concediamo un bagno alla "Scala dei Turchi", una falesia dal singolare aspetto che si erge tra due spiagge sabbiose. Monumento naturale di rara bellezza, la Scala è costituita da marna bianchissima, una roccia sedimentaria calcarea e argillosa.
È tempo di lasciare questi magici luoghi e riprendere la strada verso Nord attraverso un paesaggio agricolo ben ordinato e cittadine arroccate come Giuliano, Sambuca di Sicilia e infine Calatafimi, nei cui pressi visitiamo lo splendido teatro e il monumentale tempio greco di Segesta. Tornati a Palermo ci facciamo un’ultima passeggiata per le vie del centro e ne approfittiamo per assaporare degli squisiti dolci con pasta di mandorla, prima di riprendere il traghetto e fare ritorno sul continente.