Il genere Pisidium (Molluschi Bivalvi) nei laghi alpini della Valle Camonica (bacino idrografico del fiume Oglio) - di Gianbattista Nardi* e Lucio Castagnolo**
** Università degli Studi di Siena
I laghi alpini della provincia di Brescia
La provincia di Brescia accoglie nel suo territorio un notevole numero di laghi alpini, sia di origine naturale (Figura 1), sia parzialmente o interamente artificiali (Figura 2), questi ultimi spesso utilizzati per la produzione di energia elettrica.
Oltre l’ottanta per cento (circa 150), cede le proprie acque al bacino idrografico del fiume Oglio (Val Camonica), mentre i restanti alimentano il bacino idrografico del fiume Caffaro (Val Sabbia). Il loro studio ha sempre affascinato i naturalisti bresciani tanto che, a partire dal 1976, si diede vita ad un loro sistematico censimento che prese il nome di "Catasto" (AA.VV., 1985), lavoro poi proseguito, più recentemente, da Diego Comensoli (1998, 2000).
Questi ambienti ospitano un gran numero di specie animali, sia vertebrati (pesci e anfibi), molto più vistosi e meglio conosciuti, sia invertebrati (insetti, crostacei, molluschi, anellidi, …), spesso poco o nulla studiati. Proprio per colmare questa lacuna, almeno parzialmente, gli autori hanno realizzato il censimento dei Molluschi Bivalvi viventi nei laghi alpini bresciani, avviato alla fine del secolo scorso, che ha permesso la pubblicazione di un primo significativo contributo, dedicato ai soli bacini della Valle Camonica (Nardi & Castagnolo, 2009).
I Molluschi Bivalvi
I Bivalvi (parola che letteralmente significa "due valve") includono molluschi noti alla maggior parte delle persone poiché utilizzati a scopo alimentare: vongole, cozze e capesante, giusto per citare i "frutti di mare" più famosi. I piccoli Bivalvi che frequentano i nostri bacini d’alta quota (genere Pisidium), sono parenti molto prossimi delle ben più famose vongole di mare, salvo essere di taglia più piccola (Figura 3), non essere utilizzati a scopo alimentare ed essersi adattati, in epoche remote, alla vita nelle acque dolci. Al pari delle "cugine" marine però, vivono infossate nei fondali mobili (sabbia, fango, limo) e trascorrono la loro intera esistenza filtrando incessantemente l’acqua.
Questi animali possiedono un corpo compresso lateralmente, privo di testa distinta, con un voluminoso piede muscoloso, indispensabile per gli spostamenti in questo ambiente. La conchiglia che li racchiude è suddivisa appunto in due pezzi (dette valve), speculari tra loro, articolati per mezzo di dentelli e uniti da un legamento elastico. I Pisidium sono molluschi ermafroditi (possiedono entrambi i sessi) ma non sono in grado di auto fecondarsi e non possiedono organi copulatori (la fecondazione avviene all’esterno, nell’acqua circostante). Filtrando l’acqua con le loro branchie compiono contemporaneamente due importanti funzioni: quella respiratoria, assimilando ossigeno, e quella alimentare, catturando le particelle organiche in sospensione (in particolare fitoplancton) che vengono poi convogliate nell’apparato digerente.
Il loro censimento nei laghi camuni
Per prelevare i campioni di fango, dove vivono questi animali, sarebbe stato utile ricorrere ad alcuni strumenti spesso utilizzati durante le ricerche limnologiche, come benne e draghe, che però devono essere necessariamente trascinate o calate da un natante motorizzato. Ovviamente non vi sono imbarcazioni nei bacini di quota e non è facile, o è addirittura impossibile, trasferirne sul posto; inoltre, le caratteristiche delle sponde e dei fondali non permettono quasi mai l’utilizzo di questi strumenti. Per tutti questi motivi le indagini sono state compiute quasi sempre dalla riva, vagliando il substrato per mezzo di semplici setacci e colini a maglie molto fini, a volte fissati su aste telescopiche (Figura 4) lunghe fino a 7 metri. Quando necessario, per raggiungere le aree fangose, sono state sfruttate rupi, sporgenze, zolle torbose e massi sommersi. Per fortuna la modesta profondità della maggior parte dei laghi studiati (un gran numero hanno acque profonde meno di 5 metri e circa trenta meno di 1 metro) non ha creato ostacoli durante le ricerche. Questa indagine ha richiesto un lasso di tempo piuttosto lungo (1999-2004), sia a causa dell’elevato numero di laghi da visitare (quasi 150), sia a causa della loro posizione geografica (quasi tutti si trovano tra i 2.000 e i 3.000 metri di quota), sia a causa del breve periodo di solito favorevole per le escursioni (normalmente tra i mesi di giugno e ottobre).
I risultati ottenuti
Tra i laghi alpini studiati in Valle Camonica, 27 ospitano popolazioni viventi di Bivalvi: il Lago d’Aviolo (1.920 m) in Val Paghera di Vezza (Figura 5), il Lago di Baitello Superiore (2.630 m) a sud-ovest della Punta di Ercavallo, il Lago di Bleis (2.494 m) a est dell’omonima Cima, il Lago di Bos (2.127 m) in Val Salarno, il Lago di Colombaro (2.127 m) a sud-ovest del Monte Colombaro, il Lago di Culvegla Occidentale (2.293 m) e il Laghetto di Culvegla Sud (2.213 m) nell’alta Valle di Campovecchio, il Lago Cupetti Inferiore (2.295 m) a nord-est del Monte Largone, il Lago di Ercavallo (2.643 m) e il Lago di Ercavallo Inferiore (2.621 m) nella Conca di Ercavallo, il Lago di Lavena (1.972 m) a nord del Monte Mignolino (Figura 6), il Lago di Mare (2.122 m) a ovest della Conca del Listino, il Lago Moia Foppe di Sotto (1.675 m) in Val Braone, il Lago di Monte Largone (2.260 m) a ovest del Monte Largone (Figura 7), il Lago di Monticelli (2.419 m) e il Lago di Monticelli Basso (2.305 m) in Valle delle Messi, il Lago di Montozzo Superiore (2.461 m) in Val di Viso, il Lago delle Pile (2.175 m) in Val Dois, il Lago del Roccione (2.170 m) a est del Monte Venerocolo, il Lago Rotondo (2.036 m) in Val Moranda, il Lago Seroti Inferiore Grande (2.180 m) in Val Bighera, il Lago di Sonno (2.263 m) a est della Val Brandet, il Lago della Sorba (2.337 m) in Val di Stabio, il Laghi di Val di Scala Inferiore (2.098 m) e di Val di Scala Superiore (2.120 m) nell’omonima Valle, il Lago di Varicla Inferiore (1.732 m) e quello di Varicla Superiore (1.760 m) a est del Pizzo Camino.
Le specie censite sono cinque (Figura 8), distinguibili per alcune caratteristiche della loro conchiglia: Pisidium casertanum (Poli, 1791), Pisidium hibernicum Westerlund, 1894, Pisidium nitidum Jenyns, 1832, Pisidium personatum Malm, 1855 e Pisidium subtruncatum Malm, 1855.
P. casertanum e P. personatum sono le due specie più comuni della fauna italiana e frequentano un gran numero di ambienti differenti, compresi i bacini d’alta quota; la scoperta più interessante è rappresentata da P. hibernicum, mai segnalato sino ad oggi in Lombardia e considerata una specie molto rara in Italia.
Le aree più ricche di Bivalvi sono risultate la Val Paisco (Valle del Sellero e Val di Scala) con 6 stazioni, la Valle di Viso (Punta di Montozzo e Piano di Ercavallo) con 4 stazioni, le Valli di Corteno Golgi (Valle di Campovecchio, Val Brandet e Val Moranda) con 4 stazioni e la Val Paghera di Ceto (Val Dois, Val Braone e Conca del Listino) con 3 stazioni. Completamente prive di stazioni sono risultate alcune importanti valli secondarie della Vallecamonica: la Val d’Avio, la Val Malga (conca del Baitone e Val Miller), la Val d’Arno e la Valle di Canè. In 19 laghi, tra quelli precedentemente elencati, vive una sola specie; in 6 bacini convivono due specie differenti; nei due laghi di Val di Scala (Paisco Loveno) si raccolgono contemporaneamente tre specie.
Nell’area interessata dal presente studio i bivalvi sono stati raccolti a partire da una quota minima di 1.675 metri (Lago Moia Foppe di Sotto) sino ad una massima di 2.643 metri (Lago di Ercavallo). Altitudini superiori (oltre i 2.700-2.800 metri) rappresentano probabilmente una barriera per la sopravvivenza di questi animali, sia a causa delle rigide condizioni ambientali, sia perchè a quell’altezza i laghi sono alloggiati tra le morene dei ghiacciai e presentano un fondale ricoperto da limo sterile, privo di sostanze organiche necessarie per il nutrimento.
Le temperature registrate nei bacini sono apparse estremamente variabili, influenzate da numerosi fattori (dimensioni, profondità, quota, stagione, tipo di alimentazione del lago, esposizione, orario di misurazione) e non sembrano poter condizionare direttamente la presenza di questi molluschi.
Allo stesso modo non sembrerebbero recare condizionamenti l’origine dei laghi (quasi sempre di tipo glaciale) ed il tipo di terreno geologico sul quale sono posti, visto e considerato che questi animali sono stati individuati sia su suoli calcarei che su suoli cristallini.
Molto più interessanti sono i dati relativi al pH. Nei laghi studiati si sono registrati valori compresi tra 5,2 e 8,5. I bacini dove vivono i Pisidium hanno fatto registrare valori compresi tra 6,6 e 8,2. Questi molluschi sembrerebbero dunque frequentare acque con pH vicino alla neutralità o decisamente basiche e, in ogni caso, risultano assenti nei bacini con acque troppo acide (valori di pH inferiori a 6,6).
I laghi dove i Bivalvi sono presenti, possiedono in definitiva le seguenti caratteristiche: si tratta di biotopi naturali di antica formazione, a volte addirittura prossimi alla fase senile (intorbamento avanzato); hanno dimensioni molto piccole (2.000-3.000 metri quadrati circa) o medie (non oltre i 30.000-35.000 metri quadrati circa); sono posti a quote non superiori ai 2.700-2.800 metri circa; presentano sponde basse, terrose, ricche di vegetazione (per esempio Carex sp., Eriophorum sp., Sparganium sp.); hanno fondali di tipo fangoso (più raramente sabbioso), in modo da permettere gli spostamenti (animali così piccoli non potrebbero infossarsi in substrati ghiaiosi o sassosi) e offrire abbondanti nutrienti necessari all’alimentazione.
Didascalie delle figure
- Figura 1. Il bacino naturale del Lago Cupetti (Paisco Loveno); sullo sfondo l’inconfondibile silhouette del Monte Adamello.
- Figura 2. Il Lago d’Arno (Cevo), bacino artificiale per la produzione di energia elettrica.
- Figura 3. Le piccole dimensioni di un Pisidium casertanum: nell’immagine le due valve fotografare vicine a una moneta da 2 centesimi di Euro (foto D. Comensoli).
- Figura 4. Uno degli autori preleva campioni di fango in Val Sellero, utilizzando un’asta telescopica, all’apice della quale è stato fissato un colino (foto D. Comensoli).
- Figura 5. Nel lago d’Aviolo (Edolo) convivono due diverse specie di Bivalvi: Pisidum casertanum e Pisidium subtruncatum.
- Figura 6. Nel Lago di Lavena (Bienno), tra le radici della pianta acquatica Sparganium angustifolium, vive il bivalve Pisidium nitidum.
- Figura 7. Il Lago di Monte Largone (Paisco Loveno): sono ben riconoscibili le sponde fangose, dove vive Pisidium personatum.
- Figura 8. Le cinque specie di Bivalvi censiti nei laghi alpini della Valle Camonica.
Bibliografia minima
AA.VV., 1985. Laghi alpini del bresciano. Editoriale Ramperto, Brescia. 129 pp.
Castagnolo L., Franchini D. & Giusti F., 1980. Guide per il riconoscimento delle specie animali delle acque interne italiane, 10: Bivalvi. Consiglio Nazionale delle Ricerche (AQ/1/49).
Comensoli D., 1998. Laghi alpini di Vallecamonica. Immagini, ambiente, itinerari. Ferrari Ed., Clusone (Bergamo). 168 pp.
Comensoli D., 2000. Laghi nascosti delle Orobie Camune. Tracce, Annuario delle Sezioni e Sottosezioni C.A.I. di Vallecamonica, anno 2000: 40-43.
Nardi G. & Castagnolo L., 2009. Il genere Pisidium C. Pfeiffer, 1821 (Mollusca, Bivalvia, Sphaeriidae) nei laghi alpini della provincia di Brescia. Primo contributo: il bacino idrografico del fiume Oglio. Natura Bresciana, 36: 5-57.